L’articolo di oggi vuole variare rispetto a quelli in precedenza offerti.

Infatti, notizia che si carpisce direttamente dal titolo generato, lo scopo è quello di raccogliere dei feedback riportati da un range di persone che, senza ombra di dubbio, ha notevoli differenze nella sua composizione interna :

  • Il primo espediente è l’età;
  • Segue la professione;
  • Un percorso di vita che, per ovvie ragioni, non è stato il medesimo per tutti gli intervistati;
  • Un carattere non omologabile, il quale fa recepire sotto luci diverse l’attribuire importanza ad un dato fenomeno preso in esame.

Ovviamente, noi parleremo di musica come tema centrale dell’analisi.

Le persone in esame sono 4 :

A) Marco, un ragazzino di 13 anni;

B) Elisabetta, una ragazza di 21 anni;

C) Miriam, una donna di 44 anni;

D) Claudio, un uomo di 56 anni.

Il quesito posto è stato uguale per tutti quanti loro : “Quale ruolo ricopre, nella tua quotidianità la musica?” .

La domanda è chiara e concisa e, apparentemente, si potrebbe pensare che la seguente risposta risulterebbe troppo banale, semplice o scontata; eppure, contro ogni aspettativa i quattro ci hanno stupiti!

Iniziamo dal più giovane, per poi continuare illustrando le risposte per come si presenta ordinatamente l’elenco.

Marco risponde alla domanda con molta enfasi (elemento tipico di un adolescente!) : “Per me la musica è la compagna perfetta nei momenti in cui mi sento solo. La ascolto nelle cuffiette la mattina, quando aspetto che arrivi l’autobus che mi porta a scuola e, allo stesso modo, nel tragitto di ritorno.

E’ lo stacco perfetto dallo studio al pomeriggio; ciò che mi carica prima di andare agli allenamenti di calcetto con i miei amici. Immancabile, poi, sotto la doccia prima di cena e anche prima di addormentarmi.”

La risposta ci ha molto soddisfatti e, in ultima analisi, gli abbiamo voluto chiedere quale fosse il suo genere preferito e se prediligesse qualche cantante (italiano/internazionale).

“Non potrei dire di avere un genere musicale prestabilito e che, ogni qual volta, io voglia ascoltare della musica mi butti solo su di esso, eliminando la possibilità di conoscere elementi musicali nuovi. Ho sicuramente una grande fortuna, ovvero il mio papà, il quale mi ha sempre fatto ascoltare della buona musica e, quando ha potuto, mi ha portato con lui a dei concerti. Mi ha insegnato le basi della musica italiana e, contemporaneamente, mi ha fatto scoprire le note internazionali!”.

Cosa ci dirà, ora, Elisabetta?

“Io ho scoperto la musica tardi rispetto ai miei coetanei. Spiego meglio… ovviamente ho sempre saputo che cosa fosse, ma il mio legame con essa si è radicalizzato solo in tempi recenti. La musica mi ha aiutata a superare dei momenti difficili, ridandomi la speranza per andare avanti. Mi ha fatto scoprire come la vita degli artisti, da tutti idealizzata come perfetta ed un sogno di Hollywood, in realtà sia come quella di tutti gli altri esseri umani.

Per me è stata come una sorta di terapia, un canale di sfogo e che mi ha permesso di ritrovare me stessa.

Ad oggi non potrei proprio farne a meno ed uno dei miei desideri più grandi è quello di andare a più concerti possibili, di modo da arricchire ancora di più le emozioni e la visione artistica condivisa dalla musica.

Se qualcuno mi chiedesse il mio genere preferito risponderei, senza ombra di dubbio, la musica Indie!”.

Continuiamo con Miriam.

“La musica per me vale più di tanto altro. Da ragazza ho lavorato come cantante in quale bar la sera ma ho sempre mancato di quella convinzione che mi permettesse di andare oltre quella piccola realtà. Probabilmente era la paura di deludere i miei genitori mettendo in secondo piano gli studi e dicendogli che la mia vera passione fosse un’altra; magari mi sono lasciata risucchiare da una società la cui mentalità ti fa sentire sempre inadatta e che corre nel dover avere, necessariamente, un posto di lavoro fisso.

Mi sento in dovere di dire ad ogni ragazzo il cui sogno sembra irrealizzabile, di lottare prima che diventi un rimpianto!

Ad ogni modo, non ho mai smesso di rendere la musica il mio motore viscerale : ho trasmesso la mia stessa passione a mia figlia che, addirittura, ha deciso di iscriversi ad una scuola di canto.

Il mio artista del cuore è Antonello Venditti : mi ricorda la mia adolescenza, storie d’amore che sembravano portare dietro di loro un dolore lancinante ed interminabile. Lui un grande artista!”.

Per ultimo, analizziamo la visione di Claudio.

“E’ un grande privilegio essere intervistato se l’oggetto in questione è la musica : è il collante che mi tiene unito, da sempre e per sempre, con la mia famiglia natale, la quale abita lontana da me.”

Claudio ci racconta di essere partito a soli 17 anni : la sua famiglia non stava bene economicamente ed era necessario che qualcuno aiutasse.

Dalla Puglia trovò un lavoro ben retribuito in Spagna.

La sua vita ora è lì, anche se quando può torna sempre alle origini.

“Io ascolto sempre quelle canzoni che mi ricordano dei pomeriggi passati nel cortile della nonna con i miei fratelli; le cassette mandavano le canzoni registrate su pellicola e noi ci dilettavamo nei giochi più disparati.

Alcune note sanno di estate, di palloni rincorsi e di ginocchia sbucciate; altre, mi ricordano il periodo in cui ho dovuto lasciare tutto, ogni mia sicurezza, e diventare uomo.”

Quattro persone, quattro fasce d’età differenti, come le loro storie e le emozioni che evocano le melodie : per ognuno di loro la musica ha un potenziale infinito.

Ci lasciano un messaggio di speranza, ci insegnano una visione più fresca di quella che è concepita come “banale musica”.

Per Info:

Associazione Scuola Musicale Gastone Bini

Lungarno Mediceo n.35

Tel./Whatsapp 338.3983469

ass.gbini@gmail.com

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